Comunicare in famiglia è una sfida.
Le diverse prospettive, le gerarchie, le aspettative, la gestione dei confini, le responsabilità e gli eventi della vita sono solo alcuni degli elementi di disturbo che trasformano i rapporti in una bagarre senza fine.
Non importa quanto l’amore sia profondo. Quello aiuta ma non basta.
L’argomento è già vasto, articolato e delicato di per sé, figuriamoci se inseriamo una PAS (Persona Altamente Sensibile) all’interno dell’equazione.
Perché gestire la comunicazione in famiglia è così sfidante?
Di motivi ce ne sono molti e di vario tipo; prendiamone anche solo uno e vedrai che sarà sufficiente per comprendere che per garantire la pace tra le mura domestiche serve molto più del “solo” amore.
- Due persone si incontrano, si piacciono, si scelgono e decidono di diventare una coppia. Fin qui sembra abbastanza semplice, la relazione è diretta e l’obiettivo di stare insieme è condiviso.
- Quando la cosa si fa seria entrano in gioco le rispettive famiglie. A seconda di quanto siano “rumorose” e invadenti gli equilibri cominciano a cambiare: si va a cena dagli uni e dagli altri, iniziano le pressioni sul matrimonio, i figli, il lavoro. Preoccupazioni dettate dall’amore, ma non per questo meno pesanti.
- Poi arrivano i figli e gli equilibri conquistati con fatica si rimettono in movimento. Tutti hanno un’opinione su come dovrebbero essere educati e sono davvero poche le persone capaci di tenere per sé le proprie idee quando sono convinte di avere ragione.
- I ragazzi arrivano all’adolescenza e tra le mura di casa si scatena l’inferno (scherzo… o forse no 😉). Ancora una volta partono giudizi facili che stressano anziché dare un contributo positivo.
Già così la complessità è degna di nota, se poi una delle pedine in gioco è PAS, la cosa si complica ancora di più, soprattutto per lei.
Spesso le PAS vengono percepite come strane e anche un po’ faticose: la loro acuta sensibilità è fonte di continue sollecitazioni che a lungo andare portano scompiglio dentro e fuori. È normale quindi che gli altri membri della famiglia siano in qualche modo coinvolti nel loro sentire, sebbene la maggior parte delle volte non sappiano come comportarsi di fronte a reazioni che giudicano eccessive.
Nella migliore delle ipotesi ti dicono “Sei troppo sensibile, devi darti una svegliata perché la vita non fa sconti”, nella peggiore ti bollano come debole e rompiscatole.
In entrambi i casi, se si tratta di un figlio, il rischio è che cresca con la sensazione di essere sbagliato e con l’inconsapevole pulsione di soddisfare i bisogni di tutti (a parte i suoi) per essere accettato.
Chi sono le PAS?
Lo sapevi che essere PAS dipende da una naturale predisposizione del cervello a processare le informazioni in maniera diversa? E che non sono poi così poche?
Sono il 15-20% della popolazione, il problema è che se nessuno spiega loro il motivo per cui la vita sembra tanto più intensa rispetto a come la percepiscono gli altri, è normale che si sentano deboli, perfino un po’ indifese di fronte a sensi così ricettivi.
Le PAS che non sanno di esserlo si abituano a mettere da parte il proprio sentire per integrarsi in un mondo un po’ distratto, veloce, rumoroso, freddo. Credono che sia l’unico modo per sopravvivere e dopo un po’ non ci fanno neanche più caso, si mettono da parte, soffocano la loro natura per non arrecare disturbo; nemmeno ai loro cari, perché tanto non capirebbero.
Soffrono in silenzio.
Anche la famiglia più amorevole può essere fonte di disagio per una PAS, che sia adulta o meno è indifferente. Certo è che un adulto ha più strumenti per gestire le proprie emozioni, mentre un giovane che dà forma alla propria vita ha bisogno del sostegno dei genitori, di essere compreso, accettato e amato anche per la sua spiccata sensibilità.
Sarebbe bello che imparasse a viverla come un dono e non come qualcosa a cui deve sopravvivere.
Se sei PAS e vuoi trovare il tuo spazio all’interno della famiglia non puoi aspettare che siano gli altri a capirti, perché ciò che per te è palese, quasi offensivo da far notare, per gli altri non lo è affatto.
L’unica possibilità per sentirti comodo nella tua pelle è comprendere il modo in cui funzioni e imparare a relazionarti con persone diverse da te, partendo dal presupposto che ciascuno ha un punto di vista meritevole di attenzione.
Parti da te, dal rispetto per te stesso e dei tuoi bisogni, vedrai che ti sarà più semplice accogliere quelli altrui con amore e accettazione, anziché
- rassegnazione (perché non sai come esprimerti),
- impotenza (perché non sei mai riuscito a farti capire)
- frustrazione (perché senti che manca la reciprocità).
Finora hai vissuto la sensibilità come un peso da portare, sei pronto per farlo diventare il tuo Super Potere?
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