Ho scritto cinque incipit diversi per questo articolo. L’ho cancellato tutte e cinque le volte.
Volevo creare una cornice, imbastire un discorso teorico e arrivare al punto come si arriva alla crema quando si mangia un bombolone farcito, ma mi sono resa conto che per essere esaustiva avrei dovuto iniziare dalla semina del grano… insomma, il testo sarebbe diventato troppo lungo.
E allora, nonostante l’entusiasmo, ho deciso di mettere dei confini più stretti.
Nell’articolo di oggi, più che offrire risposte, vorrei porre domande.
Vorrei sollecitare riflessioni utili a scoprire qualcosa di più su noi stessi.
Vale anche per me perché mentre scrivo mi focalizzo su comportamenti quotidiani ai quali non presto sempre l’attenzione che meritano.
Siamo presi dalle nostre vite, dalla routine, dagli aspetti concreti del lavoro e della famiglia, ma quando ci fermiamo un attimo a respirare, quando ci concediamo il tempo per essere e non sono quello per fare, ci ricordiamo che siamo molto più dei ruoli che rivestiamo, dei compiti che svolgiamo e degli obiettivi che raggiungiamo.
Siamo molto di più, è vero, ma cosa?
È proprio su questo che vorrei concentrarmi oggi. Sul farti alcune domande che possano portarti, da ora in poi, a essere più consapevole di ciò che scrivi e trasmetti quando comunichi.
Che relazione c’è tra comunicazione intrapersonale e interpersonale?
L’argomento può essere trattato in vari modi, da quello didattico a quello scientifico, io però ho preferito buttarla sul popolare e concentrarmi sugli indizi quotidiani, quelli che si trovano in abbondanza nei messaggi e nelle e-mail che inviamo ogni giorno.
Sei un tipo da risposta emotiva o da risposta razionale?
Partiamo dal presupposto che c’è spazio per ogni sfaccettatura del carattere, a tutti i livelli, ma è utile che tu sia consapevole della tua predisposizione innata, di quella reazione istintiva che fa pendere l’ago della bilancia da una parte o dall’altra.
Quindi ecco la prima domanda per te: quando ti arrivano un messaggio o un’e-mail rispondi subito, sull’onda dell’emozione del momento, o ti prendi tempo per ragionare e decidere cosa restituire al mittente?
Ci tengo a precisare che non siamo alla ricerca di Giusto e Sbagliato, ma del nostro funzionamento interiore.
Pensa al tuo modo di agire abituale e chiediti quale bisogno soddisfi comportandoti in quel modo. Vuoi dare sfogo a emozioni e pensieri a prescindere da tutto, preferisci affrontare la situazione vagliando bene ogni punto di vista, o i tuoi meccanismi decisionali prendono in considerazione altri fattori?
Ti faccio una confessione.
Trovo molto divertenti i test da spiaggia, quelli che in dieci domande ti inquadrano in un tipo di uomo, donna, atleta, professionista, casalinga, genitore. Ci sono caselle per tutti e come passatempo sono perfetti, ma li considero per quello che sono: testi scritti per includere la maggior parte dei lettori.
Sull’onda di questo pensiero ti invito a cercare le risposte che vanno bene per te (tagliate su misura su chi sei tu), non quelle che vanno bene per tutti (sul genere oroscopo).
Non perderti nell’omologazione, individua i tratti caratteriali che sono profondamente tuoi, perché sono loro a indicarti la via per essere più efficace quando comunichi, più felice con te stesso e più capace di evolvere come persona.
Nel rispondere alla domanda potresti scoprire che l’impatto emotivo per te è fondamentale, che è la ragione principale per la quale comunichi e quindi non puoi esimerti dal mettere sentimento in ciò che scrivi. Però, allo stesso tempo, potresti voler approfondire ciò che senti per andare in profondità nella relazione piuttosto che restare in superficie.
E allora magari ti accorgi che in genere prendi l’emozione, la elabori e la restituisci arricchita del tuo punto di vista.
Potresti anche essere del team “Passionali”, ossia di coloro che non fanno passare un decimo di secondo tra la lettura del messaggio e la risposta. In un unico flusso, le parole sgorgano dalle mani ancor prima di arrivare al cervello.
In quel caso, correggimi se sbaglio, a volte ti scappa detto qualcosa di più di quello che vorresti o dovresti dire. Come ti comporti quando capita?
Un messaggino su Whatsapp può essere cancellato (cosa che per inciso detesto), ma un’e-mail?
Sei un sanguigno convinto che porta avanti la sua posizione anche se ha esagerato, o un sanguigno moderato che sa far rientrare le situazioni che per un attimo gli sono sfuggite di mano?
E non dimentichiamo che c’è anche chi si affida alla razionalità.
Le persone di questo tipo hanno spesso tutto sotto controllo, gestiscono la comunicazione in generale come se fosse una transazione di lavoro: input, output e operatività.
Sono più rari gli incidenti diplomatici, ma le relazioni sono più fredde ed è quindi necessario trovare altre vie per nutrirle.
Messaggi diversi per destinatari diversi: ci hai mai fatto caso?
Una cosa che non manca nell’ambito della comunicazione è la varietà.
Esistono delle regole generali che valgono in maniera trasversale, ma il modo in cui possono essere applicate varia a ogni interazione in base ad almeno due parametri.
- Il tipo di relazione: familiare, amicale, professionale, di semplice conoscenza.
- La qualità della relazione: formale, informale, affettiva, amichevole, profonda, superficiale.
Si tratta di esempi di macro categorie, ma se esamini le tue conoscenze ti accorgerai che ci sono molte altre sfumature che caratterizzano i rapporti che hai ogni giorno.
La domanda che ti faccio è questa: ti sei mai fermato a riflettere su come comunichi in un caso e nell’altro?
I modi in cui puoi variare il tuo approccio sono molti e possono avere motivazioni e fini differenti.
Ti faccio qualche esempio solo per darti uno spunto su come analizzare il tuo modello comunicativo, perché anche in questo caso non ci sono risposte preconfezionate ma solo possibili intuizioni sui tuoi processi mentali, emotivi e comportamentali.
Metti a confronto i messaggi (sms o e-mail) che scrivi a un tuo familiare, quelli rivolti al capoufficio e quelli inviati a un collega.
Che differenza c’è? Guarda bene, c’è sicuramente.
Controlla questi elementi:
- la lunghezza,
- la costruzione della frase,
- la ricerca di sinonimi per non essere ripetitivo,
- l’utilizzo di slang o forme colloquiali, di gergo tecnico o neutro, di aggettivi o constatazioni oggettive,
- la presenza di emoticon oppure no e di quale tipo,
- il tempo di reazione tra ricezione e risposta,
- la precisione della comunicazione,
- l’utilizzo della punteggiatura,
- il numero di volte in cui hai verificato che fosse scritto bene prima di inviarlo.
Potrei continuare, ma credo che tu abbia compreso a cosa prestare attenzione e quali possono essere alcune delle nuove consapevolezze che si accendono in te.
Nel dubbio te ne elenco qualcuna.
Puoi capire:
- il tipo di rapporto che hai con qualcuno,
- il livello di confidenza di una relazione,
- il desiderio che hai di comprendere e farti comprendere,
- la generosità con cui porti avanti il rapporto,
- il bisogno di mantenere i tuoi spazi, di fissare dei confini o di romperli per eliminare le barriere,
- il timore che hai nei confronti di una persona.
Anche in questo caso potrei continuare ma è meglio che lo faccia tu.
Esplora il tuo modo di scrivere, poniti delle domande e cerca le risposte.
Poi, una volta fatto, chiediti se ti sta bene ciò che hai scoperto, perché ricordati che se c’è qualcosa che non ti piace nel modo in cui ti comporti, puoi decidere di cambiarlo.
Conoscersi e accettarsi è il primo passo verso il miglioramento; se non sai come fare ma senti di averne bisogno, scrivimi a cuppini.counselor@gmail.com o sui miei profili social, sarò felice di darti qualche spunto pratico per iniziare la trasformazione.