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Scrivere il diario personale: cinque benefici di uno strumento prezioso

Verba volant scripta manent

Questa mattina riflettevo sull’incantesimo di memoria che elimina o modifica i ricordi:  l’Oblivion

So cosa stai pensando: Niente di meglio da fare? 

Non in quel momento. Ogni tanto lascio che i pensieri mi portino dove vogliono e arrivo sempre in luoghi interessanti. Oggi ho fatto una passeggiata nel mondo di Harry Potter.

All’inizio ero convinta che mi sarebbe piaciuto avere il potere di eliminare con un colpo di bacchetta tutti i ricordi scomodi, quei piccoli e grandi traumi emotivi che costellano la vita di chiunque. D’altronde ogni cuore ha le proprie ferite.

Poi però ho pensato al Kintsugi, la tecnica di restauro ideata alla fine del 1400 da ceramisti giapponesi per riparare le tazze usate nella cerimonia del tè. Il kintsugi, o kintsukuroi, letteralmente “riparare con l’oro”, è un’arte che impreziosisce ciò che nasce come unità e per qualche motivo si ritrova in pezzi. Le linee di rottura, unite con lacca urushi, vengono evidenziate con polvere d’oro. Un po’ come dovremmo fare noi esseri umani quando viviamo eventi dolorosi che lasciano il segno.

Siamo il frutto delle nostre esperienze: più ne facciamo, più impariamo a conoscere noi stessi, le nostre paure, i nostri limiti, i nostri sogni e le nostre aspirazioni.

Cosa succederebbe se tenessimo in memoria solo i momenti belli, quelli in cui abbiamo raggiunto gli obiettivi che ci eravamo prefissati e creato la realtà che sognavamo?

Saremmo persone a metà. Nessuno vince tutte le sfide, ma da ciascuna si può imparare; anzi, a dire il vero ci sono molte più lezioni nella sconfitta che nella vittoria.

Per vincere nella sconfitta basta fare tesoro degli errori commessi e ognuno può farlo a modo proprio. Vengo dal mondo della crescita personale, conosco tecniche per ogni evenienza e anche le situazioni in cui sono inutili; ma non serve fare anni di corsi di formazione per utilizzare una strategia che è sempre attuale: la rielaborazione personale fatta attraverso la parola scritta.

Non è necessario essere scrittori per coltivare i propri pensieri in un diario. 

Credo che la migliore medicina sia lasciarsi liberi di essere se stessi, spogliarsi delle sovrastrutture costruite crescendo e dare voce al proprio nucleo profondo, quello che nasconde la parte più bella di noi, la più autentica.

Tra le pagine di un diario possiamo esprimere ogni pensiero che ci passa per la testa e avere il tempo di guarire le ferite più profonde.

Scrivere facilita la riflessione, l’analisi dei sentimenti, la capacità di considerare opzioni diverse da quelle che si attivano in automatico quando verbalizziamo i nostri pensieri.

Hai mai notato che molte persone raccontano una loro particolare esperienza sempre nello stesso modo? È come se vivessero in un loop senza tempo scollegato dalla realtà. Non aggiornare la visione degli eventi ci impedisce di adeguare i comportamenti all’evolversi delle situazioni. 

La storia che ci raccontiamo è abitudine. Non verità.

Infatti la memoria è importante: permette di imparare, conoscersi, fare nuove esperienze con la consapevolezza che nulla andrà perduto, trarre conforto dalla certezza che anche un grande dolore potrà diventare, un giorno, un valore aggiunto della nostra vita.

Tutto questo in teoria. In pratica è necessario avere il coraggio di ricordare e indagare su ciò che avviene dentro di noi, per spezzare la catena che ci tiene legati alla solita storia e iniziare un nuovo viaggio fatto di presente, più che di memorie obsolete.

In un diario puoi…

  1. Buttare tutti i ricordi che ti fanno male. Non per cancellarli, per togliere loro il potere che hanno su di te.
  2. Custodire i segreti che fatichi a confessare. Solo fino a quando troverai qualcuno con cui valga la pena confidarsi.
  3. Scrivere i pensieri ossessivi che invadono le tue giornate. Per dare loro una casa che non sia la tua testa.
  4. Elaborare il dolore che non vuoi o non puoi riversare su altri.
  5. Disegnare le emozioni che non riesci ancora a tradurre in parole.

Le cicatrici del cuore sono quelle che danno valore a chi siamo e a ciò che facciamo, perciò, anche se dimenticare può sembrare la scelta migliore, in realtà è solo la più facile.

Tenere un diario è un po’ come spargere polvere d’oro sulle crepe di una ciotola rotta e ricostruita: impreziosisce l’esperienza.

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