Comunicazione e marketing

Parola di Albus Silente

Le parole sono, nella mia non modesta opinione, la nostra massima e inesauribile fonte di energia,

in grado sia di infliggere dolore che di alleviarlo.

Inutile dire che sono una fan di Harry Potter.

Da una parte adoro la sensazione di infinite possibilità che si respira nel mondo magico che la Rowling è riuscita a creare, dall’altra credo che Albus abbia detto una grande verità.

Le parole sono potenti

Certo non mi aspetto di vedere porte chiuse che si spalancano, oggetti che fluttuano o si smaterializzano, ma so per esperienza che la forza delle parole è dirompente e può fare la differenza sia per chi le pronuncia che per chi le ascolta.

Durante gli studi per il Master in Counseling ho avuto la possibilità di scoprire alcune teorie di svariati professionisti e uno di loro ha contribuito molto alla mia consapevolezza. Marshall Rosenberg ha messo a fuoco una strategia comunicativa che con estrema semplicità è in grado di portare pace e ordine in contesti di violenza e caos. Non è un modo di dire; lui ha letteralmente ideato quella che viene chiamata Comunicazione Non Violenta – o Linguaggio Giraffa – e sulla sua validità non si discute: l’ha utilizzata in numerose occasioni per mediare conflitti tra gang rivali di grandi città degli Stati Uniti e tra forze politiche straniere contrapposte. 

Se non lo conosci ti consiglio di leggere il suo libro “Le parole sono finestre (oppure muri)”; una magnifica esperienza di profonda comprensione dell’altro e di espressione di sé, attraverso l’uso consapevole del linguaggio.

Ecco perché ho deciso di dedicare i prossimi articoli ad alcuni degli incantesimi usati dai personaggi della saga di Harry Potter, perché  “buoni” o “cattivi” che fossero, nei loro sortilegi c’erano intenzione e competenza. Se vuoi essere sicuro di raggiungere l’obiettivo che desideri non puoi affidarti solo all’intenzione, ma di sicuro è un ottimo punto di partenza, soprattutto quando l’obiettivo è l’incontro e non lo scontro.

Ricordi che i membri dell’Ordine della Fenice si radunavano per fare pratica nella Stanza delle Necessità? Erano giovani maghi e streghe che si impegnavano per imparare a canalizzare la propria energia in un risultato concreto. Le regole della buona comunicazione sono tante, ma di certo non basta conoscerle: bisogna allenarsi per utilizzarle con consapevolezza, maestria e un obiettivo chiaro. Sono princìpi validi sia nel bene che nel male e purtroppo devi sapere che tutto ciò che non ricade nella buona comunicazione, finisce, per esclusione, in quella cattiva. Non è vero il contrario. Non perché chi parla – o scrive – debba avere cattive intenzioni, ma perché il risultato di una comunicazione approssimativa non è mai soddisfacente.

Una comunicazione efficace parte dalla conoscenza della teoria – che comunque nella maggior parte dei casi è già un notevole plus – e si nutre di una buona centratura, oltre che di un’intenzione pulita. Sono ingredienti necessari per elaborare le informazioni in entrata e restituire qualcosa di autentico.

So cosa stai pensando: “In alcuni contesti non puoi permetterti di essere sincero perché se dicessi davvero quel che pensi sarebbero guai!” 

Al capoufficio non sempre dici tutto quello che ti passa per la testa, vero? 

Beh, potresti farlo se imparassi a usare il linguaggio come un alleato e non solo come una valvola di sfogo. In uno dei prossimi articoli parleremo più nel dettaglio di Comunicazione Non Violenta, ma se nel frattempo dovessi avere urgenza di conoscere qualche strategia per mantenere la calma verbale – magari per rispondere a un messaggio privato o alle recensioni online dei tuoi clienti – ti consiglio di leggere l’articolo “Come rispondere alle recensioni negative?”

Tornando agli incantesimi, alle parole e alla loro energia, lo scopo che io e Federica ci prefiggiamo ogni volta che ci sediamo di fronte a un foglio bianco, che sia fatto di cellulosa o di pixel, è riuscire a trasmettere valore nel pieno rispetto di chiunque ci leggerà.

Il nostro obiettivo è sempre lo stesso: fare in modo che il messaggio, qualunque esso sia, arrivi dritto al cuore e alla mente delle persone per cui è stato scritto.

Qualunque tipo di comunicazione punta a soddisfare un bisogno; fai mente locale e scoprirai che non c’è nulla che tu dica senza un motivo. A volte sei efficace e a volte no, ma vuoi sempre ottenere qualcosa da un tuo comportamento, perfino dal silenzio. Anche se per iscritto non è semplice renderlo.

Cosa c’entrano in tutto questo gli incantesimi? 

Semplice, sono formule evocative del modo in cui le parole colpiscano con forza il loro target e spunti di riflessione su quello che dovremmo o non dovremmo fare quando comunichiamo con qualcuno, in qualunque forma.

Conosci la frase Verba volant scripta manent? Ecco, un motivo in più per stare attenti a ciò che scriviamo.

Se vuoi usare la potenza delle parole, impara a farlo e assicurati sempre di perorare la tua causa, qualunque sia, tenendo conto del rispetto che devi al tuo interlocutore e dell’etica della comunicazione

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