Il cambio dell’agenda è un rito
Non so a te, ma a me pianificare piace tantissimo.
Ogni volta che mi metto davanti a un foglio bianco lo vedo riempirsi di così tante possibilità da creare subito energia, gioia, speranza e coraggio: ciò che mi serve per allungare il passo e arrivare prima dove vorrei già essere.
Ci sono così tanti articoli su come progettare gli obiettivi del prossimo anno che non mi sembra sensato aggiungere l’ennesimo. Quello che vorrei fare è trasmetterti l’entusiasmo che provo quando si parla di pianificazione, attività che, per quanto mi riguarda, assomiglia molto a un gioco. Ci sono delle regole da rispettare certo, ma quando vinci ottieni proprio il premio che desideri.
Mi rendo conto che non sia originale affrontare questo tema alla fine dell’anno, tuttavia ho deciso di farlo per riuscire a toccare anche quelle persone che detestano l’agenda, non la usano o se ne servono solo perché il lavoro le obbliga a farlo.
Se c’è un momento in cui perfino loro pensano all’organizzazione del tempo è questo. Carpe Diem.
Ho l’abitudine di pianificare almeno una volta a settimana, fisso i miei obiettivi, faccio brainstorming per dare spazio alle nuove idee e spesso procuro qualche capello bianco alla mia socia che forse non ne può più di tutte le volte in cui dico: “Sai, ho pensato che potremmo fare anche…”
Il cambio dell’agenda è un rito che mi aiuta a ripercorrere gli eventi e a visualizzarne di nuovi, a immaginare l’ambiente che voglio creare intorno a me, le persone con cui desidero condividere il cammino e le sensazioni che mi auguro di provare ogni giorno.
La pianificazione, prima ancora di diventare costruzione di obiettivi e azioni da compiere con costanza, è un sogno a occhi aperti.
Nelle ultime settimane di dicembre tutti si trasformano in scrittori più o meno esperti, e nel mettere nero su bianco i propri pensieri, danno forma al futuro che si apprestano a creare.
Scrivere rende tangibile qualcosa che nasce come una scarica elettrica. Se resta nella testa, un pensiero può essere visto solo da noi, ma quando l’inchiostro bagna il foglio diventa di chiunque vi posi sopra lo sguardo.
Ecco, io ho bisogno di questo: di carta e inchiostro. Di colori, forme, parole, immagini che diano vita a ciò che diventerò alla fine del sogno. Scrivere è il trait d’union tra la fantasia e la realtà, infatti il cambio dell’agenda si accompagna a due momenti che desidero condividere con te, nella speranza che possano esserti utili.
Il primo punta sulla razionalità, il secondo libera la creatività.
7 domande per fare chiarezza
Sono semplici quesiti che mi riportano verso il centro di me stessa e mi ricordano che tipo di persona e professionista voglio essere.
1- Cosa sarebbe meglio che smettessi di fare?
2- Cosa potrei iniziare a fare per avvicinarmi ai miei obiettivi?
3- Cosa dovrei fare di più?
4- Cosa dovrei fare di meno?
5- Come voglio sentirmi ogni giorno?
6- Con quali persone desidero passare il mio tempo?
7- A quali progetti voglio dedicare le mie risorse?
Scrivi le risposte così che le tue parole restino ferme nel tempo e tu le possa ritrovare ogni volta che ne avrai bisogno.
Sognare a occhi aperti per tracciare una direzione
In questo momento di pura gioia, in cui tutto è possibile, metto da parte le regole che ho imparato sul setting degli obiettivi e mi lascio libera di sognare in grande.
Nulla è troppo ambizioso e nessun pensiero razionale è ammesso durante questa fase. Mi permetto di tornare bambina per il tempo necessario a ricordarmi che l’unico limite a ciò che possiamo realizzare lo poniamo noi quando non ci riteniamo all’altezza.
Però non basta sognare, bisogna trasferire questa vision su un piano reale e io lo faccio in due modi: scrivendo e disegnando.
All’inizio sono solo frasi chiave che identificano a grandi linee la realtà in cui sono immersa, poi, una volta abbozzati i tratti principali, li arricchisco con tutti i dettagli che ho visto nella mente.
Ciò che segue è una mappa mentale, un disegno creativo di ciò che intendo realizzare, a prescindere dal fatto che sia fattibile in un mese o in tre anni. Rappresenta una sorta di mappa dei desideri nella quale abbino un piccolo disegno a ogni proposito, un visual capace di risvegliare l’emozione che suscita in me l’idea di raggiungere quel traguardo.
Se non conosci le mappe mentali ti consiglio di leggere uno dei numerosi libri scritti da Tony Buzan, il loro creatore. Sono uno strumento potente e versatile, utile in numerose situazioni private e lavorative.
E dopo?
Dopo basta prendere tutte queste informazioni e trasformarle in obiettivi.
Siamo talmente abituati a vivere con i piedi per terra che ci scordiamo di dar voce alla parte di noi che vorrebbe far galleggiare il cuore.
Fai grandi sogni e piccoli passi, arriverai dove vuoi.
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